Inquadramento normativo
Il D.M. 2018 definisce le categorie di intervento che si possono eseguire sugli edifici esistenti al §8.4. La circolare 7/2019 fa qualche puntualizzazione sulla definizione al §C8.4.
Secondo la norma gli interventi locali sono “interventi che interessino singoli elementi strutturali e che, comunque, non riducano le condizioni di sicurezza preesistenti”.
Nello specifico un intervento locale dovrebbe avere uno o anche più di uno dei seguenti obiettivi:
- Ripristinare, rispetto alla configurazione precedente al danno, le caratteristiche iniziali di elementi o parti danneggiate
- Migliorare le caratteristiche di resistenza e/o duttilità di elementi o parti, anche non danneggiati
- Impedire meccanismi di collasso locale
- Modificare un elemento o una porzione limitata della struttura
Cosa è cambiato rispetto al passato per gli interventi locali
Il vecchio D.M.2008 parlava degli interventi locali al §8.4 ed al §8.4.3. Inoltre c’erano alcune precisazioni nel §C8.4.3 della circolare del 617/2009 del C.S.LL.PP.
Rispetto al passato la nuova normativa non ha apportato modifiche sostanziali alla definizione di intervento locale o alle finalità di questa categoria di interventi. Però ci sono alcune differenze significative.
Per prima cosa il vecchio D.M. prevedeva che l’intervento locale fosse sempre migliorativo rispetto alle condizioni di sicurezza preesistenti. Come detto sopra invece, la nuova norma stabilisce che l’intervento non deve ridurre le condizioni di sicurezza preesistenti. Questo facilita la vita al progettista.
Inoltre nella nuova normativa, D.M. e circolare, è stato cambiato l’ordine di presentazione degli interventi: la trattazione degli interventi sugli edifici esistenti comincia proprio dagli interventi locali.
Non si tratta di un aspetto puramente formale, come riportato dalla circolare 7/2019 questo è stato fatto per suggerire al progettista una certa logica nell’approccio agli interventi sugli edifici esistenti.
Infatti la circolare auspica che il progettista consideri per prima cosa gli interventi locali. Sono sicuramente meno invasivi e più economici di un intervento di miglioramento o di adeguamento che in genere riguardano parti estese della struttura. Inoltre, pur non alterando in maniera sostanziale il comportamento della struttura, gli interventi locali consentono in molti casi di ottenere un significativo aumento della sicurezza della struttura.
In quest’ottica di dare maggiore importanza agli interventi locali, nella nuova normativa sono stati ampliati i paragrafi dove vengono descritti gli obiettivi da conseguire e le procedure per ottenerli.
Come progettare un intervento locale
Le modalità di progettazione di un intervento locale sono descritte sempre dal D.M.2018 al §8.4.1 e dalla circolare 7/2019 al §C8.4.1
La circolare dice esplicitamente che “per questa categoria di intervento non è richiesta la valutazione della sicurezza globale dell’opera”.
Quindi, se si considera un intervento locale è possibile limitarsi a studiare la parte di struttura o gli elementi strutturali interessati dall’intervento. La valutazione della sicurezza è necessaria solo per le parti strutturali su cui si va ad intervenire.
Però, anche se vengono studiati singoli elementi strutturali o porzioni limitate della struttura, il D.M.2018 chiede che venga quantificato l’incremento della sicurezza qualora l’intervento abbia come fine il miglioramento della resistenza o della duttilità di un elemento strutturale oppure l’impedimento di meccanismi di collasso locale. Un’altra cosa che non era prevista dalle vecchie norme.
Avendo studiato solo alcune parti della struttura, la norma concede che la relazione illustrativa sia relativa solamente alle parti di struttura oggetto di intervento. Tuttavia richiede che, qualora sia necessario, il progettista dimostri che “l’intervento non ha modificato in senso negativo il comportamento degli altri elementi della costruzione e di tutta la costruzione nel suo insieme”.
Un aspetto degli interventi locali a cui fare attenzione
Un’osservazione importante da fare è che se le verifiche globali non tornano, non torneranno nemmeno in seguito all’intervento locale. Con questo tipo di interventi si va ad agire solamente su determinati elementi strutturali e, per definizione, non cambia il comportamento globale della struttura. In pratica, questo vuol dire che con l’intervento locale non si può dimostrare un aumento della sicurezza in termini di PGA. Ma aumentare la PGA non è lo scopo di questo tipo di interventi, come ricorda anche la norma al §8.4.1.
I moduli PRO_CAD per il progetto degli interventi locali
Dal momento che la circolare non richiede la valutazione della sicurezza globale dell’opera, in molti casi per questo tipo di interventi non è necessario fare un modello con PRO_SAP.
Infatti PRO_SAP ha diversi moduli che permettono lo studio di interventi locali, come:
- PRO_CAD calcolo cerchiature per l’apertura di vani in pareti in muratura
- PRO_CAD solai e tetti in legno per la sostituzione o il rinforzo di coperture o solai
- PRO_CINEm per lo studio degli interventi volti ad eliminare meccanismi di collasso locale
- PRO_SAFE per gli interventi locali su edifici industriali
- PRO_VLIM per il rinforzo di sezioni in c.a. o c.a.p. con FRP
Riassumendo:
⇒ Gli interventi locali:
- Interessano porzioni limitate della struttura
- Non modificano in modo sostanziale il comportamento
- Non riducono la sicurezza preesistente
⇒ Le novità del D.M.2018 e della circolare 7/2019:
- La norma suggerisce al progettista di cambiare approccio: dare la precedenza agli interventi locali più economici, meno invasivi ma comunque in grado di aumentare notevolmente la sicurezza della struttura
- È necessaria una valutazione locale della variazione di sicurezza degli elementi strutturali oggetto di intervento
⇒ Si possono conseguire i seguenti obiettivi:
- Ripristinare parti strutturali danneggiate
- Aumentare la resistenza di elementi strutturali carenti (anche non danneggiati)
- Impedire meccanismi locali
⇒ In PRO_SAP:
- Generalmente non occorre fare un modello globale della struttura
- Si possono usare i tanti moduli per le verifiche delle cerchiature, dei solai in legno, dei cinematismi, degli interventi su edifici industriali, ecc…
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Ing. Alberto Marin (marin@2si.it)